Descrizione
L’ordinamento che disciplina il “sistema farmacia” pianificato sul territorio e la sua deontologia - quale unicum di professione-struttura-servizio - richiedono un’esegesi delle fonti che dettano i principi giuridici e i canoni etici di tale sistema, posto a tutela della salute, della qualità e della dignità della vita, affidato in concessione alla professione farmaceutica, svolta attraverso una struttura organizzata in forma d’impresa, che si è sviluppato nella sua secolare crescita, conservando una continuità nel tempo.
Questo ha risentito della trasformazione della società italiana nel XX secolo, che l’ha vista passare, attraverso due guerre e una dittatura, dallo Stato liberale dello Statuto Albertino allo Stato sociale della Costituzione repubblicana, incidendo sulle sue logiche ancor prima che sulla disciplina degli istituti di detto sistema. Il che si è evoluto con evidenza nel primo ventennio del XXI secolo attraverso una concatenazione di riforme, che si sono tradotte, sul piano sistematico, culturale, concettuale, strutturale, gestionale e professionale, in una rivoluzione copernicana di detto impianto, finalizzato ad un munus publicum, così da costituire un corpus unitario in cui si sono configurati gli obblighi espressi per normazione e i doveri espressi per autocrinia e autodichia.
Tale esigenza esegetica, che si muove tra il diritto pubblico e il diritto privato in rapporto con la deontologia professionale, viene palesata dagli Autori con riferimento alle lezioni universitarie tenute su questi argomenti, ponendosi come la continuazione di un percorso, già iniziato con il volume “La responsabilità del farmacista nel sistema farmacia”, edito da EDRA.