Descrizione
La melancolia è un sentimento comune ma ha una lunga e affascinante storia medica che può essere tracciata sin dall'antichità. Evitando la semplicistica opposizione binaria del costruttivismo e del realismo, questo libro sostiene che la melanconia è una sindrome culturale che ha prosperato in Occidente per via dell’approccio della medicina occidentale, a partire dagli antichi Greci, e per il fascino che l'Occidente nutre da sempre verso la coscienza di sé e la riflessione. La melancolia non può essere equiparata alla depressione moderna, ma l’autore ritiene che i risultati delle più aggiornate e recenti ricerche sulla depressione possano far ulteriore luce sul fenomeno della melanconia. All'interno di un ampio panorama storico, l’opera si concentra sulla letteratura medica antica, in particolare sul poco conosciuto ma fondamentale Rufo di Efeso, e sulla medicina e la cultura della prima età moderna. Alcuni capitoli a parte sono dedicati a questioni di genere e differenza culturale, e il capitolo finale offre un’esplorazione della melancolia nel campo artistico, soprattutto nella letteratura ma anche nelle arti contemporanee come il cinema.
Contenuti
Il testo riassume la lunga storia della melancolia dall'antichità all’Ottocento fino ai giorni nostri e la presenta come una sindrome culturale, offrendo una nuova prospettiva paradigmatica a chi si trovava a disagio con i due modelli contrapposti del costruttivismo e del realismo. Inoltre, il libro spiega il fascino della melancolia in ambito artistico.